Il Coronavirus come malattia senile della globalizzazione
Di Paolo Lugli
La
fine della globalizzazione non solo è possibile, ma doverosa in questo tragico
frangente di "libera circolazione" di capitali, merci e persone, dopo
2 guerre mondiali, l’influenza spagnola del ’18 che fece 100 milioni di morti,
cosa serve ancora per far capire che oltre che guerre, epidemie e miseria
questa “ricetta” è nefasta per chiunque ne subisca gli effetti?
Gli effetti dei nefasti esempi di
cui sopra, hanno ci fanno percepire il tutto in differita e al rallentatore ma
purtroppo, non stiamo guardando Netflix e nemmeno Amazon, stiamo assaporando
l'amaro calice della realtà sulla nostra pelle e sulla nostra libertà, ora.
E l'amaro calice della realtà ha
come componenti organolettiche proprio Amazon e Netflix che hanno decimato i
nostri negozi e la nostra ricchezza con la fallace illusione di farci
risparmiare tagliando invece i nostri redditi facendo sparire le attività di
commercio al dettaglio che ci davano da vivere.
Ai tempi della "Belle Epoque"
le merci, capitali e persone circolavano quasi con la stessa velocità di ora
rispetto ai tempi e questo fu uno dei fattori più importanti che innescò il
primo conflitto mondiale.
Non va però dimenticato che la
Standard Oil dei Rockefeller venne smembrata per gradi dal 1890 circa al 1911
per ristabilire una sorta di equilibrio di un monopolio naturale che non poteva
essere gestito da un solo soggetto privato. Allora l'Antitrust lavorava per
davvero. Oltre 30 le tranches dello smembramento e a ogni società vennero
assegnati diversi amministratori delegati.
Un ventennio dopo anche la fallacia sull'affidabilità delle
banche universali venne finalmente a galla grazie alla crisi del 1929 e fu
emanato il "Glass Steagall Act" per redistribuire le risorse sul
territorio senza passare dalle bische borsistiche, ma solo tramite istituti di
credito che non potessero profittare dei rally finanziari, ma che dovevano
sostenersi concedendo credito e risparmio esclusivamente, la famosa
“separazione bancaria”.
Appresso, mentre il secolo volge
al termine. dopo George Bush Senior arriverà alla Casa Bianca il saxofonista
piacione che aprirà le porte alla più selvaggia mercantilizzazione del pianeta
con il WTO e 4 anni dopo (1999) lo stesso Clinton cancellerà il "Glass
Steagall Act" con gli applausi degli oligarchi finanziari e degli Hedge
fund.
Da quel momento avranno luogo la
nefasta finanziarizzazione dell'economia (grazie alla facilitazione della
circolazione di capitali) e le conseguenti delocalizzazioni alle quali ci ha
costretto questa globalizzazione imposta.
La finanziarizzazione sarà facilitata
anche da sicuramente ingentissimi investimenti sulla Silicon Valley che
permetteranno di esplodere alla bolla "dot com" nel 2000 e che farà
guadagnare i soliti "noti".
La libera circolazione dei
capitali, delle merci e delle persone con la bolla Lehman mostra senza filtri
l’ecatombe produttiva e sociale in atto.
Un microrganismo infinitesimale
qual è un virus mette in discussione la follia clintoniana assunta come
paradigma sino ad ora. E spunta l'istinto di sopravvivenza, ma anche lo spirito
di autosufficienza.
Il re è nudo e l’interdipendenza
dello scambio di merci e semilavorati si mostra per quello che è: un cancro.
Commenti
Posta un commento