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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

DAL VINCOLO ESTERNO ALLA STANZA 101: LA DISTOPIA EUROPEA

 Di Inessa Armand. Che cos’è il vincolo esterno? Per chiarirlo mi servirò di un’immagine: il vincolo esterno è una tela di ragno formata da filamenti sottili e quasi invisibili che diventano evidenti solo se opportunamente illuminati. Nel caso specifico, i filamenti che formano la tela di cui parlo, sono composti da quella serie di norme, regolamenti e direttive attraverso i quali, l’Unione Europea, di fatto, regola il funzionamento interno degli stati membri, elidendone, fino a farlo quasi scomparire, il potere decisionale e rendendo pressoché impossibile operare scelte politiche autonome. Se la vediamo da questa prospettiva, da vent’anni, l’Italia ha perso uno dei suoi tre poteri, quello più importante per una democrazia, il Potere Legislativo; per dare un esempio, del modo in cui, questa entità sovranazionale, agisce a livello decisionale ed operativo, nel mese di ottobre del 2018 la Camera dei Deputati ha approvato il Disegno di legge di delegazione europea,

Liberiamo l'Italia

Di Enzo Pennetta (tratto da Critica Scientifica ) Quattro sono le liberazioni da compiere, sopra tutte le altre quella dalla colonizzazione culturale. E’ stata una piazza nuova quella di oggi , c’ era tra le persone una nuova consapevolezza, quella di chi sa che per risolvere qualsiasi nostro problema che sia economico, sociale, geopolitico è necessario prima di tutto liberare l’Italia. C’era la consapevolezza che dobbiamo liberarci da una moneta concepita come strumento di potere, la consapevolezza che dobbiamo liberarci da una Unione Europea strutturata come un sistema che ricorda più gli imperi centrali di inizio ‘900 che una unione di liberi Stati. E’ stato detto che ci hanno dato 70 anni di pace, hanno invece bombardato la ex Jugoslavia, la Libia e collaborato alle pretestuose guerre del Golfo, hanno saccheggiato la Grecia e deindustrializzato l’Italia, hanno fatto un deserto e lo chiamano pace. C’era la consapevolezza che dobbiamo liberar

L’autosufficienza delle cause efficienti vel l’ontologia tecnica

Di Pier Paolo Dal Monte Il pensiero   dell’età moderna sì è progressivamente focalizzato sullo scopo di dominare il mondo. Questo scopo è, per sua natura, progressivo ed illimitato poiché, ovviamente, è impossibile piegare totalmente la natura alla propria volontà, per quando progredite siano le tecniche adottate per perseguire questo futile scopo. Tuttavia, questa focalizzazione ha condotto compulsivamente   all’accrescimento continuo del “potere del fare” (tecnica) e dei “mezzi per fare” (economia, scienza) che vengono ritenuti gli scopi preminenti della società moderna. Viene dunque attribuito il rango di fine ad un mezzo: un indeterminato ed infinito “fare” che, col suo incessante produrre mezzi, in guisa di scopi, percepisce come fine l’indeterminato progresso verso cui tende questo moto incessante. Naturalmente, uno scopo indeterminato –ed infinito-   equivale logicamente ad un’assenza di scopi, e questa è una delle forme di alienazione più