Liberiamo l'Italia

Di Enzo Pennetta (tratto da Critica Scientifica)

Quattro sono le liberazioni da compiere, sopra tutte le altre quella dalla colonizzazione culturale.

E’ stata una piazza nuova quella di oggi, c’ era tra le persone una nuova consapevolezza, quella di chi sa che per risolvere qualsiasi nostro problema che sia economico, sociale, geopolitico è necessario prima di tutto liberare l’Italia.
C’era la consapevolezza che dobbiamo liberarci da una moneta concepita come strumento di potere, la consapevolezza che dobbiamo liberarci da una Unione Europea strutturata come un sistema che ricorda più gli imperi centrali di inizio ‘900 che una unione di liberi Stati.
E’ stato detto che ci hanno dato 70 anni di pace, hanno invece bombardato la ex Jugoslavia, la Libia e collaborato alle pretestuose guerre del Golfo, hanno saccheggiato la Grecia e deindustrializzato l’Italia, hanno fatto un deserto e lo chiamano pace.
C’era la consapevolezza che dobbiamo liberarci da un’alleanza militare usata come strumento per mantenerci a livello di colonia, con il pretesto di una riconoscenza per la liberazione del 1945 ci hanno occupati fino ad oggi.
C’è una consapevolezza che dobbiamo liberarci da una colonizzazione culturale che ha imposto un modello antropologico neoliberista che ci rappresenta come “Homo oeconomicus”, che ci vuole, con un terribile neologismo non esseri umani ma “consumatori”.
Ma ancor più importante è compiere una “rivoluzione antropologica” perché senza una rivoluzione antropologica nessuna vera liberazione è possibile.
Liberare l’Italia per dare un modello nuovo a tutti, abbiamo una tradizione di civiltà che dall’antichità classica al medioevo al rinascimento, ha costituito un riferimento per tutti gli altri, adesso sono riusciti a farci credere che la nostra storia è quella di una “italietta”, un’italietta che nella realtà non è mai esistita, liberiamo l’Italia e riappropriarci della nostra grande storia.
Questa piazza è stata quella di persone che sanno che non ci sarà nessun liberatore esterno, che non può esserci nessun liberatore esterno, ma soprattutto che non deve esserci nessun liberatore esterno perché nessuno che venga dall’esterno è un liberatore.
Dovremo fare tutto da soli.
Ma fare da soli non significa che non abbiamo alleati, i nostri alleati sono i popoli che posti sullo stesso cammino lottano per liberarsi, i nostri alleati sono i fratelli francesi, inglesi, greci, spagnoli, portoghesi e tutti quei popoli europei che cercano la loro liberazione, e noi siamo alleati loro.
Ottenere questo non sarà facile, siamo realisti, chiediamo l’impossibile.
Abbiamo contro tutti grandi media e mezzi economici inimmaginabili, siamo in un confronto fortemente asimmetrico.
La nostra possibilità di riuscita nasce però dalla stessa natura distruttiva dell’ideologia neoliberista, i grandi soggetti politici ed economici governati dai principi neoliberisti sono in una fase conflittuale interna ed esterna che avrà come epilogo una implosione, ed è in quella che si apriranno gli spazi necessari.
Per poter cogliere questa possibilità è necessario da adesso iniziare ad elaborare le risposte per le situazioni in cui ci si troverà presto ad agire, dobbiamo essere consapevoli che sarà chiesto a tutti un lavoro di alto livello, per riuscire “avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”.

Commenti

  1. Il liberismo deve essere usato solo ed ESCLUSIVAMENTE nelle IDEE!! Quelle si che devono GLOBALIZZARSI. Idee che devono essere concrete, attuabili e condivise da i popoli. Gli organi predisposti ad attuare questo bene comune non sono più all'altezza della situazione. Ed è evidente ormai. Dunque? Non resta che una strada da percorrere, l'autodeteminazione dei popoli stessi, in una sorta di rivoluzione socio culturale globale, capace in modo democratico di ricollocare l'uomo al centro delle sue esigenze e delle sue responsabilità. Voglio ricordare e chiudo, l'unione fa la forza, senza questo collante fra popoli saremo sempre e solo " carne da macello ".

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

QUALE AZIONE PER QUALE SCOPO

Quelo, Greta e la dottrina neoliberale della verità multipla (Prima parte)

Pensiero individuale e pensiero di massa (prima parte)